Stefano Buffagni nuovo capogruppo regionale

Stefano Buffagni è il nuovo capogruppo del M5S in Consiglio regionale della Lombardia. Buffagni prende il posto di Dario Violi che ha guidato il gruppo negli ultimi sei mesi.

L’avvicendamento dei portavoce alla guida del gruppo consiliare, esattamente come avviene a Camera e Senato, vuole dimostrare la cifra democratica del Movimento 5 Stelle della Lombardia ed è un segnale contro la personalizzazione e la professionalizzazione della politica.

Buffagni ha 32 anni, è Dottore Commercialista, si è Laureato in Economia e Gestione Aziendale presso l’Università Cattolica di Milano e ha conseguito successivamente la Laurea Magistrale in Economia e Management per l’Impresa (curriculum qui).

Secondo “Restitution day”: in due anni restituiti 815.143 euro

Secondo “Restitution day”: in due anni restituiti 815.143 euro

Assegno-2015Il Movimento 5 Stelle Lombardia, ad un anno dal primo “Restitution day” continua a mantenere fede all’impegno preso con i cittadini: anche quest’anno sono stati destinati gli extra stipendi dei consiglieri regionali al fondo per le piccole e medie imprese lombarde.

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Il bonifico con cui ho restituito parte del mio stipendio come promesso

In due anni i 9 portavoce hanno restituito alle casse regionali 815.143 euro che si aggiungono agli oltre 2 milioni di euro di rimborsi elettorali non richiesti dal movimento, per un totale di 2.815.143 euro.

Tutta la soddisfazione nelle parole del nostro capogruppo Dario Violi: “Questo è il nostro secondo ‘Restitution day’: quello che ci distingue dagli altri gruppi politici è che noi manteniamo le promesse; abbiamo tagliato l’indennità consiliare e restituiamo denaro pubblico al fondo regionale di sostegno per le piccole e medie imprese.”, spiega Dario Violi, capogruppo del movimento 5 Stelle della Lombardia.”

Attualmente lo stipendio dei consiglieri regionali è di oltre 8 mila euro al mese, un’enormità. La politica non può essere un lavoro per arricchirsi ma deve tornare a essere un servizio ai cittadini. Questo discorso evidentemente non è condiviso dagli altri gruppi politici, non dal PD, dalla Lista Ambrosoli, dai leghisti, da Forza Italia e da NcD. Eppure la nostra restituzione, un’azione concreta a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione, dimostra che si può ancora tagliare sui costi della politica. Se solo tutti gli 80 consiglieri regionali si riducessero come noi lo stipendio che percepiscono il risparmio annuale per la regione sarebbe sfiorerebbe i 5 milioni di euro all’anno. Esistono forze politiche che promettono, con il PD in testa, e poi esistono forze politiche che fanno come il Movimento 5 Stelle.

 

M5S Lombardia

Reddito minimo lombardo: nessuno deve rimanere indietro, anche in Lombardia

reddito-cittNessuno deve rimanere indietro, questo è l’obiettivo primario del MoVimento 5 Stelle. In una repubblica fondata sul lavoro chi è senza un impiego, chi è povero, perde anche la dignità di cittadino, e questo la politica non lo deve permettere. Per questo abbiamo presentato anche in Lombardia una proposta di legge per l’adozione di un reddito minimo di cittadinanza lombardo per le persone che non hanno un lavoro.

La carta costituzionale italiana riconosce infatti a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Anche l’Unione Europea, che ha tra i suoi obiettivi quello di consentire un livello occupazionale elevato e la lotta contro l’emarginazione sociale, ha suggerito e raccomandato l’adozione di un reddito minimo per i cittadini residenti nei paesi membri. Ma Italia e Grecia restano gli unici due paesi a non aver adottato un sistema universale di reddito minimo garantito. Per questo vogliamo dare ancora più forza alla proposta che il M5S sta portando avanti a Roma spingendola anche in Lombardia. Questa battaglia può e deve essere combattuta sia sul fronte nazionale che su quello regionale, perché anche le regioni devono fare la loro parte!

Come funziona?

I cittadini che hanno perso o non riescono a trovare un lavoro riceverebbero, per un massimo di tre anni, un sussidio mensile da parte della Regione. In compenso il cittadino si metterà a disposizione della collettività per lavori socialmente utili nelle scuole, nei tribunali e in qualsivoglia contesto in cui potrà essere utile. Inoltre l’ente pubblico, durante questo periodo di disoccupazione, proporrà al cittadino delle offerte di lavoro che, se saranno tutte rifiutate, porterebbero alla perdita alla perdita graduale del diritto al reddito minimo, fino ad azzerarsi totalmente.

Quanto costa la manovra?

Rispetto alla proposta nazionale le cifre di questa manovra devono far riferimento alla dimensione fiscale regionale. Per avere un’idea di spesa possiamo prendere in esempio un simile sistema previdenziale introdotto recentemente nella Provincia Autonoma di Trento. Adattando il costo per ciascun contribuente di tale sistema previdenziale all’indice della povertà relativa presente in Lombardia, è possibile stimare che l’introduzione di un reddito minimo garantito nella nostra regione dovrebbe avere un costo di circa 300 milioni di euro.

Quali sono i benefici? Ci sono le coperture?

L’adozione di questo sistema non solo incrementerebbe i servizi alla comunità ma produrrebbe effetti “terapeutici” anche sull’economia reale, riattivandola. L’istituzione di un reddito minimo garantito infatti, porterebbe ad un incremento dei consumi interni regionali tali da compensare i costi del sistema previdenziale stesso, sia a seguito di un aumento delle entrate fiscali, sia per l’aumento dell’occupazione che l’innesto di liquidità sul territorio genererebbe. E’ molto semplice, se aumenta la domanda deve necessariamente aumentare anche l’offerta di beni e servizi, e di conseguenza anche la forza lavoro per produrli ed erogarli.

In conclusione, il MoVimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni con lo scopo di non lasciare nessuno indietro, ed è questo l’obiettivo che vogliamo raggiungere con questa proposta. Non è ammissibile che, mentre le persone soffrono e faticano ad arrivare alla fine del mese, la politica romana investe 45 miliardi per gli armamenti e in Lombardia si pagano ancora i vitalizi agli ex-consiglieri e si finanziano autostrade inutili come la BreBeMI che a parole non avrebbero dovuto costare nemmeno un euro alla collettività.

I cittadini devono essere la priorità: riportiamoli al centro!

Stefano Buffagni – Portavoce regionale M5S Lombardia

No all’abolizione dei segretari comunali

Spett. le Associazione dei Segretari Comunali Vighenzi,

 

il contenimento della spesa pubblica attraverso l’eliminazione dei suoi molti sprechi rappresenta una delle urgenze che più hanno contribuito alla nascita del Movimento Cinque Stelle, nonché il tema su cui più mi sono impegnato in qualità di Consigliere di Regione Lombardia: dopo essermi dimezzato lo stipendio ho infatti strenuamente combattuto per intaccare i vitalizi degli ex-Consiglieri e per tenere sotto controllo, nella Commissione Bilancio, ogni voce di spesa del “Sistema regionale lombardo”.

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Housing sociale: val la pena approfondire e sperimentare?

Housing sociale: val la pena approfondire e sperimentare?

Venerdì scorso abbiamo fatto una visita in Via Cenni a Milano in un complesso residenziale costruito sul principio dell’housing sociale.

L’housing sociale consiste nell’offerta di alloggi e servizi abitativi a prezzi contenuti destinati ai cittadini con reddito medio basso che non riescono a pagare un affitto o un mutuo sul mercato privato ma non possono accedere ad un alloggio popolare. L’housing sociale garantisce integrazione sociale e benessere abitativo.

In Via Cenni, oltre all’affitto ordinario, vi sono alcuni contratti di affitto a canone sociale ed alcuni contratti di affitto con riscatto.

E’ un modo diverso di concepire la vita all’interno di una comunità.

Ci tengo a sottolineare che non è sostitutivo degli ERP.

In Via Cenni, come si può vedere dalle immagini sono stati realizzati spazi verdi nei terrazzi e su alcuni tetti.

Vi sono diversi spazi comuni a disposizione degli abitanti; spazi comuni a piano terra per associazioni, nello specifico di supporto ai ragazzi portatori di disabilità. Vi sono anche spazi comuni condivisi nel sotto tetto di ogni torre, nelle quali vi sono delle librerie per il book sharing. Read More

Senago: perché finanziare il verde dove saranno costruite vasche di laminazione?

Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha depositato una interrogazione a risposta scritta sulla tutela del patrimonio arboreo nelle aree nelle quali è prevista la costruzione di vasche di laminazione nel comune di Senago, in provincia di Milano.

Stefano Buffagni, consigliere del Movimento 5 Stelle, dichiara: “E’ prevista la realizzazione di una delle due vasche di laminazione per evitare esondazioni del Seveso in un’area già interessata alla realizzazione di un impianto di arboricoltura che ha ricevuto un cospicuo finanziamento regionale nell’ambito della riqualificazione del bacino del Po”.

“Con l’interrogazione – aggiunge Buffagni – chiediamo all’Assessore all’Ambiente Terzi se non è più prevista la costruzione della vasca, quale sarà il valore di esproprio dell’area e quale sarà, ancora, la destinazione degli alberi piantumati nell’area. E’ davvero poco chiaro come sia possibile prevedere due realizzazioni opposte, alberi o vasche di cemento, sulla stessa area e l’Assessore deve fare chiarezza”.

Expo, tangentopoli annunciata: pieno sostegno alla Magistratura

 


Expo_bandiera_POST NOSTRO

Lo scandalo giudiziario che coinvolge Expo è statoampiamente annunciato dal Movimento 5 Stelle che da anni, nel silenzio dei partiti che sono ampiamente coinvolti nel malaffare degli appalti, denuncia illeciti, sperpero di risorse pubbliche e il sistema corruttivo di contaminazione tra politica e imprenditoria che coinvolge l’opera.

Solo due giorni fa il Ministro dell’Interno Alfano aveva vantato, annunciando  “una semplificazione delle norme anti-infiltrazione” per gli appalti Expo, “risultati eccellenti” dal punto di vista della prevenzione delle temute infiltrazioni delle organizzazioni criminali. Ma quali risultati se Expo affoga negli illeciti e negli abusi tanto che proprio oggi è finito in carcere Angelo Paris, direttore della pianificazione acquisti mentre sono state emesse ordinanze di custodia in carcere anche per l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, per l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, per Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, per l’intermediario Sergio Catozzo e per l’imprenditore Enrico Maltauro.

 

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Bilancio: pronti 400 mila euro per le PMI. Maroni non ci impedisca di restituire denaro pubblico

consiglieriNel corso delle sedute di discussione del bilancio regionale il Movimento 5 Stelle Lombardia presenterà un emendamento per istituire un fondo per il sostegno al credito alle piccole e medie imprese lombarde nel quale versare le eccedenze di stipendio del gruppo consiliare M5S.

Il Movimento 5 Stelle appena insediato in Lombardia ha tagliato gli stipendi dei consiglieri a 5 mila euro lordi. Le eccedenze, considerate un inutile privilegio della Casta, sono state accantonate. Più volte il gruppo ha chiesto con atti formali alla regione di aprire un fondo, svincolato da prossimità politiche, nel quale versare quel denaro che deve ritornare a disposizione dei lombardi vincolato al sostegno, come da impegno con i cittadini, alle piccole e medie imprese. I partiti hanno fin qui impedito la costituzione del fondo accampando ragioni strumentali e privando così il tessuto produttivo lombardo di risorse importanti per far fronte alla crisi in un momento di stretta del credito da parte delle banche.

La seduta di bilancio potrebbe essere l’occasione per sbloccare finalmente quei fondi anche visti i drastici tagli che subirà il bilancio regionale. Spesso il presidente Maroni assume il problema dell’assenza di lavoro in Lombardia come prioritario. Attendiamo quindi da parte dei politici l’approvazione del nostro emendamento. Noi siamo pronti sin da subito alla restituzione di 400 mila euro per la costituzione di un fondo regionale per le piccole e medie imprese.
Presidente Maroni vuole aiutare davvero le PMI lombarde o solo a parole?

I Consiglieri del Movimento 5 Stelle Lombardia

Finanziamenti regionali a Electrolux: vogliamo vederci chiaro

electroluxMovimento 5 Stelle Lombardia ha depositato una interrogazione a risposta scritta che chiede alla Giunta regionale di fare chiarezza sui finanziamenti regionali erogati alla multinazionale Electrolux. L’azienda ha annunciato di voler delocalizzare la produzione e centinaia dilavoratori rischiano il posto di lavoro in Lombardia. Nel 2010 l’allora presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni inaugurava presso lo stabilimento dell’azienda di l’avvio di una nuova linea di produzione. Formigoni dichiarava per l’occasione: “Con quasi 2 miliardi di euro Regione Lombardia intende fare la sua parte nel premiare l’innovazione, tanto più se abbinata alla sostenibilità ambientale. Il Piano per la Lombardia Sostenibile consentirà di creare 40 mila nuovi posti di lavoro da qui al 2015″.

Dario Violi, consigliere di M5S e primo firmatario della mozione dichiara: “Con l’interrogazione chiediamo di quantificare eventuali finanziamenti di Regione Lombardia a Electrolux negli ultimi cinque anni. Questa vicenda ha contorni poco chiari e qualora emergessero finanziamenti pubblici a una azienda che ha deciso di delocalizzare vorremmo che fossero accertate tutte le responsabilità del caso”.

Stefano Buffagni, consigliere di M5S aggiunge: “Lassessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini, si è impegnato personalmente in iniziative di supporto ai lavoratori di Electrolux sia in ambito regionale che nazionale. Ma tutto è fermo. Certo chiarire il comportamento della Regione e della multinazionale in questa vicenda in cui a perderci sono i lavoratori potrà aiutare nella trattativa tra le parti. Certo non permetteremo a nessuno di andar via dalla Lombardia senza aver ridato indietro eventuali sovvenzioni ricevute”.

Caldaie e impianti termici: necessari più controlli

Noranda1942Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale per chiedere un quadro sui controlli effettuati nell’ambito della campagna di ispezione degli impianti termici sul territorio della Lombardia. Stando infatti alle segnalazioni ricevute da parte di alcune associazioni di categoria, non sarebbero in linea con la legislazione regionale i controlli relativi ai quantitativi di energia e combustibile erogato per ogni edificio e la maggior parte degli amministratori di condominio non risulterebbe iscritta al Catasto unico regionale degli impianti termici. Non tutti i Comuni e le Province poi verificherebbero correttamente la regolarità della manutenzione degli impianti e il rispetto dei limiti di rendimento delle caldaie.

“La Regione Lombardia grazie ad una attenta regia e un puntuale controllo del rispetto della normativa vigente da parte degli enti locali  potrebbe fare la differenza nella limitazione dei consumi, nella riduzione dell’inquinamento e nella promozione di impianti che consentano di ridurre l’impatto ambientale degli edifici”, spiega .

“Temiamo che tutto ciò non accada, anche perché non risulterebbero effettuati controlli puntuali e verifiche sul Catasto unico regionale degli impianti termici. L’interrogazione vuole riportare attenzione sulle responsabilità regionali nel controllo delle emissioni inquinanti. Da questo punto di vista il rispetto delle regole che già ci sono, e più controlli, garantirebbero oltre a più sicurezza per gli impianti un miglioramento certo della qualità dell’aria e un risparmio per le tasche dei cittadini”.