Maroni, la benzina è finita

La benzina nel serbatoio elettorale di Maroni è finita. Maroni ha perso miseramente a Varese, ha fallito a Milano e non è nemmeno in grado di governare la sua lista civica Maroni Presidente, un comitato elettorale fantoccio che finge di essere vicino ai cittadini e alla società civile e che ieri si è spaccato in commissione attività produttive su un provvedimento riguardante l’ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti poiché come relatrice aveva consigliera del loro schieramento Daniela Maroni, gestore di una pompa di benzina ad Alzano Lombardo. Il M5S si è rifiutato di partecipare al voto, di fronte a un’assegnazione inopportuna che delinea ancor di più lo scollamento della Lega Nord dai territori e dalle vere esigenze della cittadinanza. La stessa Daniela Maroni pare aver imparato bene dai suoi mentori Maroni e Salvini in quanto ad “assunzioni preferenziali”, come dimostra l’incarico nello staff della sua segreteria affidato nel settembre 2013 a quella che sarebbe diventata la sua futura nuora. Partendo da un contratto con categoria B1 da circa 22 mila euro lordi annui, passando per la successiva modifica in C4 nel 2015 da quasi 30 mila euro, per arrivare alla definitiva modifica in D6, un part time da oltre 30 mila euro annui! Un salto triplo di quasi 10 mila euro in due anni, a fronte di una riduzione delle ore di lavoro. E’ evidente che i leghisiti, comodamente seduti sulle proprie poltrone, hanno completamente perso il senso della realtà. Se questi sono i rappresentanti del cambiamento stiamo freschi. Non è un caso che noi portavoce del M5S restituiamo la maggior parte dei nostri stipendi e possiamo esercitare solo due mandati: oltre ad aiutare le imprese rimaniamo vicini ai cittadini continuando a condividerne problematiche ed esigenze. Ne abbiamo abbastanza di specchietti per le allodole, come le scope di Maroni che sono sempre rimaste chiuse nello sgabuzzino del Pirellone a prendere polvere. I cittadini onesti che vogliono davvero mettersi in gioco sono i benvenuti nel Movimento 5 Stelle.

Stefano Buffagni e Dario Violi – Consiglieri del M5S Lombardia e membri della commissione Attività Produttive

No a cessione quote TRENORD a FS: mozione M5S. Il PD si astiene, Maroni tenta la censura.

Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato una mozione del M5S che chiedeva il mantenimento di quote FNM in TRENORD in capo alla holding di cui Regione è socio di maggioranza. Il M5S propone, al contrario, che FNM si consolidi acquisendo le quote di Trenord in capo a Trenitalia-Divisione Regionale.

Per Stefano Buffagni, consigliere regionale del M5S e primo firmatario della mozione: “Noi vogliamo tutelare gli interessi dei lombardi che pagano centinaia di milioni di euro per un servizio scandente. L’obbiettivo della mozione era difendere gli interessi dei pendolari lombardi. Per il PD e Maroni è più importante il volere di Renzi. Noi non molliamo, la nostra posizione è chiara, prima i pendolari che gli interessi di partito”.

Iolanda Nanni, consigliere regionale del M5S Lombardia, aggiunge: “E’ urgente dare un indirizzo politico chiaro a FNM: un’azionista come la regione, può e deve intervenire su quanto accade in una sua partecipata indiretta. Maroni ha provato a censurare la nostra mozione con una lettera al Consiglio regionale. E’ gravissimo: l’ipotesi di cessione di quote societarie finisca sulla stampa senza essere discussa in Consiglio Regionale. La cessione finirebbe per danneggiare i pendolari già tartassati dai disservizi e dai ritardi. Prova ne sia quanto accaduto sulla Milano Brescia: FS e Trenitalia non hanno nessun interesse nel finanziare il trasporto pubblico applicando una logica preferenziale per investimenti in alta velocità a discapito delle linee pendolari”

Lettera Maroni Trenord

 

FNM deve acquisire quote maggioranza di Trenord per ammodernare la linea e rilanciare gli investimenti. Mozione M5S.

Domani il consiglio regionale discuterà una mozione del M5S Lombardia che ha come obiettivo quello di indirizzare FNM ad acquisire la maggioranza delle quote societarie di Trenord.

Secondo il portavoce del M5S Stefano Buffagni, primo firmatario della mozione, “solo consentendo a FNM di acquisire la maggioranza delle quote societarie di Trenord potremo compensare la riduzione di acluni servizi ferroviari da parte di Trenitalia e incrementare l’approvigionamento di materiale rotabile su tutta la rete regionale”.

“Non vogliamo più vedere foto pubblicate sui social di carrozze al collasso, sedili sfasciati o mancanti e display che segnalano infiniti minuti di ritardo a causa dei consueti guasti tecnici – prosegue Stefano Buffani. Per questo con la nostra mozione chiediamo inoltre a Maroni e all’assessore ai trasporti Sorte di richiedere a Ferrovie dello Stato la promozione di interventi di potenziamento infrastrutturale e di aprire un tavolo istituzionale con il Minstero per fare in modo che gli investimenti programmati non rimangano le solite promesse della Lega. Per il bene dei pendolari lombardi ci auspichiamo il voto favorevole delle altre forze politiche domani in aula”.

“La nostra mozione nasce da una visione sul Tpl differente da quella di Regione Lombardia, che secondo le ultime voci di palazzo vorrebbe vendere le quote di Trenord a società come Trenitalia o Ferrovie dello Stato che finirebbero per commercializzare i servizi per un target diverso da quello pendolare, aumentando notevolmente i costi e diminuendo la capillarità del servizio sul territorio. Noi crediamo nella prevalenza del “pubblico” nella gestione del servizio ferroviario regionale per tutelare le categorie di chi usa i treni per lavoro o per studio, non per tagliarli fuori” – conclude la portavoce del M5S in Regione Iolanda Nanni.

Inchiesta paratie del lago di Como: finalmente i nodi vengono al pettine

Alcuni dirigenti del Comune di Como sono stati arrestati questa mattina con le accuse di turbativa d’asta e corruzione. La vicenda riguarda l’infinito cantiere per la costruzione delle paratie sul lago nella città di Como. Un’opera in stallo dal dal 2008 che ha trasformato e deturpato uno dei paesaggi più suggestivi d’Italia su cui il M5S a Como e in Regione ha sempre espresso forti criticità.

“Il coinvolgimento è a tutti i livelli e andranno verificate con precisione anche le responsabilità politiche. La Giunta comunale ha il dovere di vigilare sugli appalti e sull’operato dei dirigenti, cosa evidentemente che a Como non è stata fatta. Gli arrestati sono stati riconfermati da sindaco Pd Mario Lucini che ha ereditato e reso operativo il progetto delle paratie nato con la giunta di Stefano Bruni (Pdl). Proprio per questo ribadiamo la richiesta di dimissioni immediate della giunta e del sindaco che, stando alle indiscrezioni, non avrebbero fatto il loro dovere per contrastare l’infiltarzione della corruzione e dell’illegalità in Comune. Questo caso rende oltremodo palese che centro-destra e centro-sinistra risultano del tutto identici quanto a malagestione: hanno portato a Como una Salerno-Reggio Calabria. L’interesse dei cittadini non è nel loro DNA”, così Stefano Buffagni, consigliere regionale del M5S Lombardia e Luca Ceruti, consigliere comunale del M5S Como.

L’ospedale di Vaprio non deve chiudere!

L’ospedale di Vaprio deve rimanere operativo, questa è la volontà della cittadinanza, come dimostrano le 2.500 firme raccolte in una settimana contro la chiusura di questa struttura pubblica storica e punto di riferimento per il territorio (tra i promotori della petizione la nostra candidata sindaco al Consiglio comunale di Inzago). Una richiesta che arriva direttamente dal territorio che il M5S regionale sostiene con forza. Per questo i portavoce Dario Violi e Stefano Buffagni hanno affiancato e incontrato chi, tra dipendenti e cittadini, lo scorso martedì ha protestato contro i continui tagli ai servizi e al personale causati dalle politiche di Regione e Governo.

“Ci batteremo perché vengano garantite almeno le prestazioni sanitarie minime e quelle ambulatoriali. Dopo aver parlato con la dirigenza abbiamo strappato diversi impegni tra cui l’assunzione di nuovo personale medico e radiologo e l’incremento dei servizi sul territorio, in particolare quelli relativi all’assistenza domiciliare, necessario per rispondere alla costante richiesta della fetta di popolazione più anziana e più bisognosa. Abbiamo anche strappato l’impegno dei vertici a mantenere in vita il punto di primo intervento, che purtroppo verrà ridotto dalle 24 ore attuali di attività a 12 giornaliere. Ma su questo punto continueremo a dare battaglia in Regione! La politica non può voltare le spalle a quelle che sono le reali esigenze della cittadinanza. Non possiamo permetterci di andare a depotenziare la sanità pubblica e incentivare indirettamente le strutture private. I soldi pubblici devono sostenere le strutture pubbliche, le realtà importanti come l’ospedale di Vaprio!”

Dario Violi e Stefano Buffagni – Portavoce regionali del M5S Lombardia

Restituiamo il Pio Albergo Trivulzio ai milanesi. M5S incontra il management.

I portavoce del M5S Lombardia Dario Violi e Stefano Buffagni, insieme al candidato sindaco del M5S a Milano Gianluca Corrado, hanno visitato il Pio Albergo Trivulzio, incontrato gli anziani che risiedono nella struttura, i dipendenti, e parlato con l’attuale management di questo patrimonio della città noto agli abitanti con il nome di “Baggina”, punto di riferimento per le famiglie milanesi. Purtroppo la mala gestione politica lo ha portato sull’orlo del fallimento. Da qui negli anni novanta, con l’arresto di Mario Chiesa, partì lo scandalo di Tangentopoli, nel 2011 scoppiò lo scandalo affittopoli, con appartamenti di lusso del patrimonio concessi a persone influenti a prezzi di locazione bassissimi. Negli ultimi 30 anni le priorità di questa struttura non sono mai stati i pazienti. Ora le cose devono cambiare. Il M5S lavorerà per tutelare questa e tutte le altre risorse della città e difenderle dagli sciacalli, da chi nella sanità pubblica vede la possibilità di fare soldi facili. Noi abbiamo un’altra visione. Dopo il buco in bilancio che i vecchi management legati a doppio filo con i partiti avevano lasciato in eredità, il Commissariamento, richiesto dal M5S in Regione Lombardia e terminato a metà 2015, ha già iniziato a garantire una perdita inferiore nell’esercizio ordinario. Ora, con questo proficuo incontro abbiamo aperto un canale con i nuovi vertici, da ora consapevoli che nell’istituzione comunale ci sarà una forza politica pronta a collaborare per il bene dei pazienti e non dei privati, una forza politica che non permetterà le derive del passato. Ridiamo a questa istituzione un nuovo e radioso futuro tutelando e valorizzando il patrimonio pubblico.

Dario Violi e Stefano Buffagni –  Portavoce del M5S in Regione

Ca’ Granda: Belloni si deve dimettere

“E’ necessario che Carlo Belloni si dimetta immediatamente da presidente del collegio dei sindaci della Fondazione Ca’ Granda. Le ultime dichiarazioni in cui non trova scandaloso ciò che ha fatto con i beni di FNM dimostra quanto sia lontano dal poter controllare sui beni pubblici. Gli organismi di vigilanza devono essere affidati a persone in grado di offrire garanzie per una puntigliosa attività di controllo e distanza dai partiti. Non è il caso di Belloni, il Comune di Milano ne prenda atto e faccia l’interesse dei cittadini. Speriamo anche Pisapia comprenda la gravità della situazione”, così Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia, e Gianluca Corrado, candidato a sindaco di Milano

 

Commercio su aree pubbliche, legge senza visione d’insieme

“Con le modifiche alla legge sul commercio, come temevamo, l’Assessore Parolini ha dimostrato che vuole andare in due direzione opposte e che la Lombardia non ha una visione d’insieme coerente sul sostegno e la promozione del commercio su area pubblica. Siamo contrari al provvedimento che non consente ai rappresenti delle piccole imprese commerciali di accedere, a parità di condizioni, ai tavoli di consultazione nei piccoli comuni.  Non è possibile poi che gli effetti della liberalizzazione prodotti dalla direttiva Bolkestein ricadano negativamente solo a danno dei piccoli imprenditori. Per fare un esempio, da un lato legittimiamo la concessione a vita dello sfruttamento degli idrocarburi nel nostro mare e dall’altro mettiamo limiti e paletti per i rinnovo o il rilascio delle concessioni per l’esercizio del commercio su area pubblica. Chi governa a Roma e in Lombardia ucciderà i piccoli imprenditori del commercio e continuerà a regalare soldi alle multinazionali”, così Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia motiva il voto contrario del gruppo al progetto di legge Disposizioni in materia di Commercio su aree pubbliche.

Risoluzione politiche europee. La maggioranza non c’è più, firmino divorzio anche su Milano

La maggioranza oggi si è spaccata sul voto alla Risoluzione N. 55, concernente il programma di lavoro della Commissione europea per l’anno 2016 e le politiche dell’Unione europea di maggiore interesse per il tessuto socio-economico lombardo, che non è passata in Consiglio Regionale.

“La maggioranza non c’è più, il governo regionale affonda nella palude. Ironia della sorte l’accozzaglia di leghisti, ciellini, e forzisti è crollata sulle sue bandierine ideologiche e propagandistiche. Ora non vengano a dire ai milanesi che la coalizione di centro destra c’è ed è solida. Milano non deve finire in mano a una guerra di bande di partito. Come a Roma firmino le carte per il divorzio. In Lombardia hanno dimostrato oltre ogni limite la loro incapacità, risparmino la stessa pena ai milanesi”, così il capogruppo del M5S Lombardia, Stefano Buffagni sul voto contrario alla risoluzione sulle politiche europee.

Eugenio Casalino, consigliere regionale del M5S Lombardia, motiva il voto contrario del M5S Lombardia: “Siamo gli unici che hanno avuto il coraggio di dichiarare subito voto contrario a questa risoluzioneche ci vedeva in dissenso su molti punti. Tempo buttato per inseguire i mulini a vento della maggioranza che avremmo potuto meglio utilizzare per migliorare la vita dei lombardi”.

Bruxelles. Attentato ignobile, cordoglio per le vittime

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“Esprimo profondo cordoglio per le vittime degli attentati di Bruxelles. Il terrorismo è ignobile e va condannato, combattuto e respinto con ogni mezzo. Dopo l’azione militare e i morti di Parigi questo vile attentato scuote la coscienza di tutti noi e ci costringe a vivere in un clima d’intollerabile insicurezza. Ma non basta il cordoglio, è necessario lavorare seriamente per dare una risposta politica coerente a questo attacco che mette a repentaglio le nostre esistenze e il nostro futuro. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e chiediamo ai mezzi d’informazione di far circolare i numeri di emergenza utili (0032027537300 è il numero che le autorità belghe hanno messo a disposizione per chiedere informazione su amici e parenti che si sarebbero dovuti trovare nell’area aeroportuale)”, così Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia, commenta gli attacchi terroristici che hanno sconvolto Bruxelles e l’Europa.