Sesto San Giovanni. Aler, a che punto siamo con la riqualificazione?

logo_alerIl Movimento 5 Stelle Lombardia ha depositato oggi una interrogazione sul progetto di riqualificazione del 2004  delle 24 torri Aler di via Livorno nel comune di Sesto San Giovanni. Il progetto, finanziato con oltre 40 milioni di euro di cui 24 da Regione Lombardia e Ministero delle Infrastrutture, avrebbe dovuto riqualificare, introducendo forme di risparmio energetico e ambientale, 746 alloggi di edilizia pubblica, incrementare di 40 unità gli alloggi a canone sociale e riorganizzare la superficie a verde e l’offerta di servizi sociali e culturali.

Il progetto prevedeva poi l’adeguamento degli impianti alle norme vigenti di sicurezza e di prevenzione incendi, l’allacciamento alla rete di teleriscaldamento per la fornitura di riscaldamento e acqua per uso domestico e la realizzazione di una nuova centrale di cogenerazione termica ed elettrica a alto rendimento e basso impatto ambientale.

Stefano Buffagni, Consigliere del Movimento 5 Stelle e primo firmatario dell’interrogazione, dichiara: “Vogliamo sapere dalla Regione Lombardia se il finanziamento è stato effettivamente erogato e per quali progetti, quali progetti sono stati completati e se esistono ancora fondi residui per completare i progetti non ultimati. Da alcune verifiche e denunce di cittadini abbiamo rilevato ritardi e criticità. Non vorremmo che la crisi di Aler abbia fermato, nel silenzio della politica, l’importante progetto di riqualificazione e risanamento del patrimonio di edilizia pubblica di via Livorno a Sesto San Giovanni”.

Tremezzina, siamo ormai alla farsa: si interpellino i laghèe!

PD e PdL si sono scontrati sul reperimento di risorse per la variante Tremezzina, un progetto da almeno 330 milioni di euro che impatterebbe pesantemente sull’ambiente con una galleria di oltre sette chilometri. Entrambi i partiti giudicano l’opera strategica e urgente, nonostante siano numerose le proposte alternative dei cittadini interessati dall’alleggerimento del traffico sulla statale.

Stefano Buffagni, consigliere regionale M5S Lombardia, dichiara: “Siamo ormai alla farsa. L’Assessore regionale ai trasporti del Pdl Del Tenno chiede di reperire risorse per aprire la montagna con una galleria a Roma, mentre gli onorevoli comaschi del PD, chiedono denaro all’Assessore e a Regione Lombardia. Per fortuna a Roma Governano insieme. Le persone che vivono nella zona restano del tutto inascoltate. Noi siamo con i laghée”.

“L’abbiamo ribadito più volte: i soldi non ci sono per quell’opera, il resto è solo propaganda. Da subito si possono invece adottare provvedimenti concreti e leggeri, con il consenso dei cittadini, che risolvano la questione della strada Regina di cui si parla da oltre 20 anni”, conclude il consigliere.

Tremezzo

DeVitalizziamoli. Stop ai vitalizi d’oro della casta in Lombardia

“Maxirendite per 221 ex consiglieri regionali lombardi ottenuti grazie a versamenti irrisori: in qualche caso un contributo di 27mila euro ne ha fruttati 492mila 395. Il record: 6mila 300 euro al mese percepiti dal 2005”. La denuncia del Movimento 5 Stelle, ripresa dalla stampa, ha sollevato un polverone in Lombardia.
Ben 221 ex consiglieri di tutti i partiti transitati in regione, in cambio di contributi spesso irrisori versati si è garantita vitalizi d’oro. Si parla di persone che fino alla scorsa legislatura hanno potuto maturare la pensione anche solo dopo due anni e mezzo di carica, per prenderla raggiunti i sessant’anni di età.

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Contratti di solidarietà, M5S coordina il gruppo di lavoro

Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Stefano Buffagni è stato nominato coordinatore del gruppo di lavoro regionale, che per il Consiglio del 3 dicembre prossimo, dovrà produrre un progetto di legge per sostenere  in ambito regionale i contratti di solidarietà che il m5s ha fortemente voluto.

M5S aveva presentato una proposta di legge per il sostegno ai contratti di solidarietà espansivi (per le aziende che assumono) e difensivi (per le aziende in crisi) nel giugno scorso. Il progetto, insieme a quello presentato dal PD nei giorni scorsi, saranno alla base della discussione per trovare una sintesi che sarà poi discussa e votata in aula.

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Rinnoviamo l’ energia, M5S Lombardia a convegno

Rinnoviamo l’energia” – giovedì 24 ottobre – parleremo della Politica Energetica di Regione Lombardia.

Saranno presenti, tra gli altri, relatori del calibro di Angelo Raffaele Consoli, Direttore Europeo della Foundation on Economic Trends di Jeremy Rifkin, Claudia Terzi, Assessore regionale all’Ambiente, Paolo M. Rocco Viscontini, Amministratore Delegato di Enerpoint (una delle aziende di riferimento a livello nazionale del settore delle energie rinnovabili) e Paola Brambilla, Presidente del WWF Lombardia.

Non c’è bisogno di aggiungere altro!

Tremezzina, decidano i cittadini

Si è tenuto ieri a Argegno, in provincia di Como, l’incontro organizzato dal Movimento 5 Stelle dal titolo “Variante Tremezzina, viabilità, trasporto”.

Il Consigliere regionale Stefano Buffagni è intervenuto esprimendo perplessità sul progetto preliminare dell’infrastruttura che vedrebbe collegare Argegno e Griante con una strada di quasi 10 chilometri di cui 7 e mezzo in galleria.

“Prima di dare il via a un’opera faraonica come quella ipotizzata – ha sostenuto il consigliere – è necessario informare con estrema chiarezza i cittadini sul progetto, sull’impatto che ha sull’ambiente, sulle ricadute sul territorio e immaginare anche soluzioni alternative. Sono gli abitanti della sponda ovest del lago che devono esprimere direttamente il loro orientamento, non ha senso che per un’opera così impattante le scelte vengano prese e calate solo dall’alto. E’ poi necessario tenere i piedi per terra. Si parla dagli anni Ottanta di aprire la montagna con una galleria al costo di almeno 330 milioni di euro e questi soldi in Regione non ci sono”.

Luca Ceruti, consigliere comunale di Como del Movimento 5 Stelle “I tempi di consegna dell’opera sono vaghi e la manutenzione andrebbe a incidere ogni anno con ulteriori costi. Si parla di un cantiere che durerà quindici o 20 anni e i tempi potrebbero anche dilatarsi di molto. Il turismo, e gli abitanti della zona soffriranno enormi disagi. E’ necessario informare i cittadini su altre possibilità”.

Si rischia poi, di almeno quindici anni per i lavori anche se i tempi potrebbero dilatarsi di molto. E’ palese che il turismo ne soffrirà enormemente

Tra le opzioni alternative esplorate e avanzate dai cittadini nel corso del partecipato incontro, vi è quella dell’allargamento dell’attuale strada provinciale, la demolizione di 7 case da espropriare con valori molto conveniente grazie agli impatti degli estimi ambientali, con un investimento inferiore ai 20 milioni. Contestualmente servirebbero investire ulteriori 20 milioni sui trasporti pubblici, con nuovi battelli, autobus elettrici di dimensioni inferiori in modo da rendere più agevole il passaggio nelle strade, aumentandone le corse e creando sinergie tra i vari mezzi di trasporto con coincidenze con treni e quant’altro. L’investimento complessivo sarebbe inferiore ai 50 milioni, ma comporterebbe, oltre alla salvaguardia del paesaggio lacustre comasco, anche una positiva ricaduta in termini di servizi per i cittadini, con importanti risvolti occupazionali.

Resta basilare per il M5S indire, al momento opportuno, un referendum tra i cittadini per farli esprimere, dopo esser stati informati, sugli sviluppi del loro territorio, prima di mettere in “cantiere decennale” l’ennesima opera faraonica senza copertura finanziaria.

Ricerca – Assistente attività consiliari – Attività Produttive

Ricerca – Assistente attività consiliari – Attività Produttive

Ricerca di assistente per il Gruppo Consiliare

Il Gruppo Consiliare Regionale del MoVimento 5 Stelle Lombardia ricerca:

Assistente attività consiliari – Attività Produttive

Compiti principali:

 

  • supporto ai consiglieri impegnati nella Commissione Attività Produttive
  • supporto tecnico/amministrativo/giuridico/legale
  • predisposizione di interrogazioni, mozioni, richieste di accesso agli atti, emendamenti, proposte di legge regionale, atti normativi, ecc
  • supporto nel recupero delle informazioni e nei rapporti con gli uffici regionali

 

Requisiti:

  • consolidata esperienza lavorativa pregressa in ambito di tematiche relative al sistema industrie, PMI, microimprese, artigianato, ricerca, innovazione, occupazione e mercato del lavoro, confederazioni;
  • laurea in settore giuridico/economica/scienze politiche, preferibilmente con indirizzo pubblico
  • profonda conoscenza del sistema imprese, mercato del lavoro e della legislazione regionale in ambito produttivo;
  • conoscenze di diritto pubblico, diritto enti pubblici locali, diritto amministrativo, diritto dei servizi pubblici

 

Sede: Milano zona Stazione Centrale, Palazzo Pirelli, via F. Filzi.

La ricerca ha carattere di urgenza, si prega di inviare curriculum il prima possibile (comunque entro il 10 ottobre 2013 a): att.prod.m5slombardia@gmail.com

Si prega di inviare il proprio curriculum con la formula “Autorizzo il Gruppo Consiliare Regionale Lombardia del Movimento 5 Stelle a trattare i miei dati personali”. In considerazione dell’alto numero di cv attesi, verrà dato seguito solo ai candidati maggiormente rispondenti ai requisiti richiesti, tramite l’invito ad un colloquio conoscitivo.

Caso Giulio Cavalli: Maroni solleciti il Ministero

Caso Giulio Cavalli: Maroni solleciti il Ministero

giuliocavalliGiulio Cavalli, uomo di cultura, attore, scrittore impegnato nella lotta al crimine organizzato in Lombardia vive da tempo sotto scorta perché nel mirino delle cosche calabresi con la complicità di parte della politica lombarda.  Luigi Bonaventura, un ex boss della cosca crotonese Vrenna-Bonaventura, ha rilasciato, negli ultimi tempi, ben due interviste (qui equi)  nelle quali denuncia, ancora una volta, il pericolo in cui versa Cavalli.

Il Movimento 5 Stelle considera gravissime le parole di Bonaventura e degne di immediata attenzione da parte della Magistratura.

Per questo abbiamo depositato una proposta di Risoluzione presso la Commissione Antimafia, attraverso la quale si chiede al Presidente della Giunta Regionale Maroni di attivarsi presso il Ministero degli interni perché – si legge nell’atto – “venga verificato il livello di adeguatezza di protezione di Giulio Cavalli e, se necessario, venga aumentato il prima possibile” e  “venga altresì verificato il livello di adeguatezza di protezione di Luigi Bonaventura e aumentato se si rivelasse insufficiente”.

A Giulio Cavalli è stata espressa solidarietà a vari livelli istituzionali.

Le parole però, quando si tratta di pericolo immediato per la vita e l’incolumità non bastano.

Tutta la vicenda ha avuto scarsa pubblicità sui media e il silenzio è sempre complice quando si parla di questioni di mafia. Per questo è necessario intervenire subito e andare oltre la logica delle parole.

Sappiamo e auspichiamo che la Commissione Antimafia, il Consiglio Regionale e il Presidente Maroni sapranno accogliere la nostra richiesta sollecitando concretamente il Ministero dell’Interno. Non lasciamo solo Giulio Cavalli.

Il testo della risoluzione depositata dal Movimento 5 Stelle

Extra Stipendio – Destinazione Microcredito: Come?

Extra Stipendio – Destinazione Microcredito: Come?

Quando il Movimento 5 Stelle si è proposto per amministrare la Regione Lombardia, tutti i candidati hanno preso un impegno preciso con i cittadini: i portavoce avrebbero tratenuto quale stipendio 5.000 euro lordi mensili più i rimborsi spese puntaulmente rendicontati. L'eccedenza l'avremmo destinata ad un fondo di sostegno per le piccole imprese della Lombardia.

Sin dal primo giorno del nostro insediamento ci siamo attivati per ottemperare al nostro impegno. Contestualmente abbiamo lavorato nelle sedi amministrative per uniformare gli stipendi di tutti i consiglieri alle nostre regole ed all'impegno che avevamo preso.

Quello della diminuzione degli stipendi, è' stato il nostro primo progetto di legge presentato.

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In Lombardia siamo in 9, su un totale di 80 consiglieri. Nonostante il nostro massimo impegno, come temevamo, i nostri "colleghi" non hanno accettato la nostra proposta. Abbiamo però lottato articolo per articolo sulla proposta di legge proposta all'unisono dalle altre forze politiche. Siamo riusciti a limitare i danni, ma l'impianto complessivo della legge regionale non era assolutamente ai livelli delle nostre richieste.

Di conseguenza continuiamo a ricevere degli importi netti più alti rispetto a quello che teniamo per noi. In questo modo il fondo dei nostri extra stipendio continua ad aumentare mese per mese. Nel primo mese e mezzo di lavoro, quando gli stipendi erano ancora quelli più alti, in 9 abbiamo accantonato più di 100.000€.

Durante l'assestamento di bilancio, abbiamo presentato un emendamento nel quale chiedevamo l'istituzione di un apposito fondo in FinLombarda per poter versere i nostri extrastipendio da destinare al microcredito. Gli uffici della giunta e i dirigenti del settore programmazione e bilancio hanno lavorato a stretto contatto con noi per questo argomento. Avevamo inoltre presentato un Ordine del Giorno che disciplinava il funzionamento del fondo stesso.

Il nostro obbiettivo era quello di indirizzare FinLombarda a destinare, oltre ai nostri soldi, anche altre risorse regionali verso il microcredito.

Per scelte politiche però hanno bocciato le nostre richieste. A microfoni accesi siamo stati accusati di tutto; ci hanno persino detto che volevamo fare "l'elemosina alle imprese". Ci siamo indignati. Per noi quel denaro è pubblico ed è stato sottratto ingiustamente alle casse regionali; per noi è li che deve tornare. 

In via informale, al termine del Consiglio, alcuni esponenti della maggioranza ed alcuni dell'opposizione (che ha votato compatta la bocciatura; solito legame PD-L e PDL) ci hanno detto: "Se vi bocciamo l'apertura del fondo non fa' notizia… se invece ve lo apriamo e voi versate i soldi, fate eccome notizia e ci mettete in difficoltà!". A voi le amare conclusioni.bocciatura

Ad oggi quindi dobbiamo valutare come comportarci, confrontandoci con gli attivisti, la base.

Non avendo assolutamente abbandonato il nostro obbiettivo di sostenere il microcredito sono a proporvi una possibile soluzione:

L'importo dei nostri extrastipendio accantonato fino a fine Dicembre 2013 andrà indirizzato al microcredito (il come lo propongo nel proseguio); al contempo credo sia importante discutere insieme cosa vogliamo fare del nostro extrastipendio che maturerà da Gennaio 2014 in avanti.

Personalmente continuerei a destinarlo al microcredito, poichè è solo aiutando questa economia sociale ed etica che possiamo rimettere in moto il nostro sistema economico, aiutando quindi le piccole imprese, e contestualmente creando posti di lavoro. Tuttavia diversi attivisti hanno chiesto di poter rimettere in discussione la questione ed è giusto a mio avviso farlo valutando, molto attentamente, altre eventuali proposte.

Per gli importi maturati invece dall'inizio del nostro mandato a fine Dicembre 2013 propongo:

 di riproporre, in fase di bilancio previsionale 2014, l'apertura del fondo in FinLombarda come già provato a fare a Luglio vincolandone l'uso al microcredito lombardo;

–  contestualmente di iniziare a predisporre un accordo con un istituto di credito idoneo (si pensava ad Etica SGR – la società di gestione del risparmio di Banca Etica) al fine di poter creare un fondo destinato appunto al microcredito nel quale poter vincolare gli indirizzi di impiego (come fatto nell'odg presentato in Consiglio Regionale).
 
Per entrambe le soluzioni ovviamente avremo semestralmente la puntuale rendicontazione.

Nel caso in cui le altre forze politiche decidessero di bocciare ancora la nostra richiesta di restituire i soldi alla Regione Lombardia, saremmo pronti a destinarli al microcredito tramite Etica SGR.

Ritengo sia doveroso riprovare a istituire il fondo direttamente in Regione Lombardia poichè si tratta di soldi pubblici, lombardi che devono tornare li.

Noi ne regolamenteremmo l'utilizzo e la destinazione per il tramite di FinLombarda che legalmente è la società del Sitema Regionale, (100% di proprietà di Regione Lombardia) che ha l'autorizzazione ad operare nel campo creditizio.

In questo modo, oltre a ridare i soldi direttamente ai legittimi proprietari, potremmo anche indirizzare FinLombarda verso un uso diverso delle risorse finanziaria, iniziando a sviluppare il microcredito

Colgo l'occasione per anticiparvi che stiamo lavorando per organizzare un convegno proprio su questo argomento che, girando per i banchetti e parlando con alcuni attivisti, non è molto conosciuto.

 

 

Cassa depositi e prestiti, le fondazioni bancarie minano l’ interesse pubblico

Cassa depositi e prestiti, le fondazioni bancarie minano l’ interesse pubblico

Condivido in toto quanto espresso da Andrea Baranes, Presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica, che compone la rete di Banca Etica. Tratto da Il Fatto Quotidiano.

La privatizzazione dell'ente pubblico che gestisce i risparmi postali degli italiani ha tutelato gli interessi degli azionisti forti delle banche. Mentre una gestione davvero pubblica darebbe all’Italia uno strumento di politica economica

Il 14 giugno del 2011 oltre 26 milioni di italiani dichiarano che l’acqua non deve sottostare alle leggi del mercato, chiedendone una gestione pubblica e partecipata. A due anni di distanza poco o nulla è stato fatto. Il ritornello è sempre lo stesso: non ci sono i soldi. La crisi colpisce, dobbiamo accettare sacrifici e piani di austerità per rimettere in sesto i conti pubblici. Ma è proprio vero che i soldi non ci sono? La Cassa Depositi e Prestiti è l’ente che raccoglie il risparmio di milioni di italiani tramite i libretti di risparmio e i buoni fruttiferi delle Poste Italiane. Una raccolta che supera i230 miliardi di euro con una liquidità di oltre 140 miliardi. Per decenni la Cassa, sotto il diretto controllo del ministero del Tesoro, ha avuto il compito principale di sostenere gli enti locali per investimenti di lungo periodo, in particolare tramite prestiti a condizioni favorevoli rispetto ai tassi di mercato.

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La svolta del 2003
Nel 2003 la svolta. Da ente di diritto pubblico la Cdp viene trasformata in una Spa. Il governo mantiene la quota di maggioranza ma una parte del capitale azionario passa nelle mani di una sessantina di fondazioni bancarie. Il cambiamento non è solo formale: una Spa non ha come obiettivo centrale l’interesse pubblico ma la redditività e la remunerazione del capitale. Una remunerazione che permette alle fondazioni bancarie di portare a casa dividendi anche superiori al 10% annuo. Nel contempo i tassi di interesse per i prestiti agli enti locali si allineano a quelli di mercato. Un problema per Comuni e Regioni ma un bel vantaggio per le banche private che possono competere con la Cdp nell’enorme mercato dei finanziamenti alla pubblica amministrazione. Per pura coincidenza parliamo delle stesse banche private nelle quali le fondazioni bancarie, entrate nel capitale di Cdp, continuano a detenere pacchetti azionari rilevanti.

Nello stesso periodo la Cdp apre a una serie di nuove operazioni. Sostegno alle piccole e medie imprese e all’export italiano assieme alla Sace, fondi di garanzia per le opere pubbliche, assunzione di partecipazioni in imprese strategiche quali EniTernaSnam rete gas e in una pluralità di fondi di investimento. Tra questi F2i, il fondo italiano per le infrastrutture con un portafogli di 1,85 miliardi di euro, di cui Cdp detiene una quota vicina al 16%, in compagnia di diverse banche. Tramite la partecipazione nella multiutility Iren, F2i ha interessi diretti nella gestione dei servizi idrici di alcune province. Che si possa intravedere un leggerissimo conflitto di interesse rispetto alla richiesta di una gestione pubblica dell’acqua emersa dai referendum?

Una finanza pubblica
Negli scorsi mesi è nato il “Forum per una nuova finanza pubblica e sociale”. Una campagna di pressione e informazione che pone tra i suoi obiettivi la ripubblicizzazione della Cdp per riportarla al servizio dell’interesse generale e non della remunerazione del capitale. Un ruolo riconosciuto dallo stesso decreto di trasformazione in Spa, che chiarisce che “i finanziamenti della Cdp rivolti a Stato, Regioni, Enti Locali, enti pubblici e organismi di diritto pubblico, costituiscono servizio di interesse economico generale”.

Dall’altro lato parliamo però di una sorta di merchant bank, tanto che in una nota del 2008 laBanca d’Italia prevede l’assoggettamento della Cassa al regime di vigilanza informativa previsto per le banche. Ancora, la Cdp è al di fuori del perimetro del debito pubblico, permettendo allo Stato di “giostrare” su alcune partite contabili, come è avvenuto vendendole Fintecna, Sace e Simest e incassando 10 miliardi di euro. Formalmente il debito pubblico è diminuito, ma con una procedura definita dal Sole24Ore “un inganno pericoloso”, una sorta di partita di giro tra lo Stato e una società da esso controllata. La Cassa Depositi e Prestiti è quindi una sorta di ibrido tra un ente pubblico e uno privato. Una gestione pubblica e partecipata, facendo uscire le fondazioni bancarie, permetterebbe, al contrario, all’Italia di dotarsi di uno strumento di politica economica e per un diverso modello industriale, energetico e di sviluppo fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale. È in questa direzione che si muove il Forum, ponendo come priorità il finanziamento degli enti locali per gli investimenti nella gestione dei servizi idrici, come richiesto dal risultato referendario.

I problemi per Comuni e Regioni sono anche altri, a partire dallo scriteriato patto di stabilità che ne limita fortemente le possibilità di investimento. Rimane il fatto che differenti percorsi sarebbero possibili se ci fosse la volontà politica di attuarli, come dovrebbe fare un governo che intendesse rispettare la volontà del 95% degli elettori. Certo, tutto questo a meno di non essere convinti che “i due referendum sull’acqua rappresentano – purtroppo – un pessimo esempio di abuso di una importante istituzione democratica quale è il referendum abrogativo”. Testuali parole di Franco Bassanini, attuale presidente della Cassa Depositi e Prestiti.

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