Buffagni (M5S Lombardia): Salvini dopo Rizzi deve cacciare Maroni

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“Salvini, dopo Belsito, Cota, Lancini e l’elenco potrebbe diventare molto lungo, difende l’indifendibile. Forse non si è reso conto che la magistratura è intervenuta arrestando Rizzi prima dello stop della Lega.Lombardia ladrona è cosa loro: i leghisti hanno trascinato la sanità lombarda nel fango. Sono passati dalle scope alle dentiere senza riuscire dare nessuna discontinuità dall’amministrazione Formigoni. Non basta punire un tangentista per fermare l’epidemia. Salvini deve cacciare anche Maroni, ha sbagliato a fidarsi di Rizzi. La Lega delle mazzette ha ampiamente dimostrato di non essere differente a PD e Forza Italia”, così Stefano Buffagni, capogruppo del Movimento 5 Stelle della Lombardia.

Maroni deve andare a casa, via il dente via il dolore

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“Maroni deve andare a casa, via il dente via il dolore. Le nostre nove firme per le sue dimissioni sono pronte da tre anni. Ha affidato la riforma della sanità a un uomo che è stato arrestato per tangenti proprio nell’ambito della sanità. Non ha esercitato alcun controllo sul meccanismo perverso di gonfiare le liste di attesa, che ingrassava il privato sulle spalle del pubblico. I lombardi devono essere risarciti con un Governo a  cinque stelle”, questa la dichiarazione del capogruppo del MoVimento 5 Stelle Lombardia Stefano Buffagni dopo l’arresto del presidente della Commissione sanità Fabio Rizzi.

Sarmi: l’uomo buono per ogni poltrona

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Il manager di una società partecipata che viene nominato all’interno di uno dei principali gruppi privati di costruzioni, che proprio da quella società ha ricevuto importanti appalti pubblici: un evidente conflitto di interesse. Al centro della vicenda Massimo Sarmi, già numero uno di Poste Italiane, presidente di Pedemontana e amministratore delegato di Milano Serravalle. E’ stato lui l’uomo ad essere nominato, e poi revocato in tutta fretta per evitare ulteriori imbarazzi, a capo di Gif, Grandi Lavori Fincosit.

“Sarmi colleziona poltrone anche in palese conflitto di interesse. Per il M5S è inopportuna la nomina di Sarmi a Presidente di Grandi Lavori Fincosit: è già Amministratore delegato di Milano Serravalle e presidente di Pedemontana. Fincosit, che è una società privata, ha vinto un importante appalto collegato a Serravalle. Scriveremo all’ANAC perché  faccia chiarezza. A nostro avviso esistono profili di incompatibilità molto dannosi per gli interessi pubblici. Già nel recente passato abbiamo sollevato dubbi su Sarmi: percepisce una delle cosiddette “pensioni d’oro” e di conseguenza, per il “decreto Madia”, non può ricevere emolumenti da aziende a partecipazione pubblica, cosa che invece riceve, ed anche di ingenti importi. Possibile che Sarmi sia l’amministratore buono per ogni carica? Non esistono in Italia altri manager capaci?” Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia.

Stabilizzazione del personale dei gruppi consiliari: NO a scorciatoie incostituzionali!

PD e Lega continuano la loro battaglia in Consiglio Regionale sul tema della stabilizzazione del personale dei gruppi consiliari, ovvero quei dipendenti che, essendo assunti direttamente dai gruppi eletti per supportare il lavoro dei consiglieri regionali, quindi senza un concorso, hanno un contratto a tempo determinato legato alla durata della legislatura in corso. L’obiettivo di Lega Nord e Pd è quello di fare un provvedimento condiviso affinché la Regione assuma a tempo indeterminato il personale già assunto dai gruppi politici. Il motivo? Evitare di ritrovarsi senza personale se dovesse andare in porto la riforma centralista di Renzi, che con il referendum sulle riforme costituzionali prevede la cancellazione dei fondi ai gruppi regionali (art 34). Dato il rischio concreto di vedersi azzerati i fondi, e con il referendum di Renzi sempre più vicino, Pd e Lega hanno iniziato a forzare la mano, nel palazzo e a livello mediatico. Il MoVimento 5 Stelle è fermamente contrario a questa scorciatoia. Mentre a Roma il PD di Renzi distrugge la nostra Costituzione, il PD lombardo pianifica di stabilizzare a spese dei cittadini il personale politico dei gruppi consiliari con l’avvallo della Lega di Maroni. Come si può essere così incoerenti allo stesso tempo? E’ inaccettabile procedere all’assunzione del personale politico senza prevedere concorsi pubblici. La toppa è peggio del buco: una proposta incostituzionale per sanare le “schiforme” dell’accentratore Renzi.
Siamo consapevoli e crediamo che il personale dei gruppi è fondamentale per espletare il mandato al meglio in un ente legislativo, e anche che i budget sono già stati ridotti da quando siamo nelle istituzioni, ma queste “furbate” per noi sono intollerabili. Perché invece il PD non trova un po’ di coraggio per dire al suo leader padrone che sta distruggendo la Costituzione più bella del mondo e contestualmente affossando gli enti locali, gli unici che possono dare risposte concrete ai cittadini sul territorio che altrimenti si perderebbero nel tritacarne burocratico che è Roma? Il M5S farà di tutto per difendere le nostre istituzioni e le professionalità che ci aiutano a fare un buon lavoro per i cittadini sul territorio, essenziali  in una regione così grande, importante e diversificata come la Lombardia, ma non a spese dei cittadini lombardi. Noi vogliamo tutelare gli interessi dei lombardi, non della politica!

I portavoce del M5S Lombardia

No alle stabilizzazioni in Regione del personale politico a spese dei cittadini

E’ da più di un anno che Pd e Lega discutono in Regione della possibilità di fare un provvedimento condiviso affinché la Regione assuma il personale già assunto dai gruppi politici dato il rischio di vedersi azzerati i fondi con la riforma centralista di Renzi. E ora vogliono accelerare perché si avvicina il referendum sulle riforme costituzionali che prevede la cancellazione dei fondi ai gruppi regionali (art. 34).

“Mentre a Roma il PD di Renzi distrugge la nostra Costituzione, il PD lombardo pianifica di stabilizzare a spese dei cittadini il personale politico dei gruppi consiliari, con l’avvallo della Lega di Maroni. Come si può essere così incoerenti? E’ inaccettabile procedere all’assunzione del personale politico in un ente pubblico senza prevedere concorsi pubblici. E’ una proposta incostituzionale per sanare le “schiforme” dell’accentratore Renzi. Non è così che si cancella un passato fatto di sprechi e spese pazze e si difende l’immagine della Regione che noi vogliamo tutelare. Noi pensiamo che il personale dei gruppi sia fondamentale per espletare al meglio il mandato politico in un ente legislativo; in più i budget sono già stati ridotti da quando siamo nelle istituzioni, ma queste “furbate” per noi sono intollerabili. Perché il PD non ha il coraggio di opporsi al suo leader-padrone che sta distruggendo sia la Costituzione più bella del mondo che gli enti territoriali e la Lombardia? Noi ci opporremo in tutti i modi per difendere le nostre istituzioni, ma non a spese dei cittadini lombardi!”.

 Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia

Demansionato il whistelblower che denunciò le spese pazze. Maroni volta lo sguardo.

“Negli scorsi mesi vi abbiamo raccontato di una società partecipata da Regione Lombardia, Fnm (Ferrovie Nord Milano), che si era trasformata in una scandalosa parentopoli, nel bancomat personale di manager indegni e ufficio di collocamento per la politica. Una vicenda che vide il M5S schierato in prima in linea per denunciare lo scandalo prima, e per esortare una doverosa inversione di tendenza poi, con la partecipazione all’assemblea dei soci di fine maggio scorso insieme a Beppe Grillo. Il caso era scoppiato grazie al coraggio di un dipendente, Andrea Franzoso, che aveva svelato le spese folli del presidente Achille. Un coraggio pagato a caro prezzo. Perché a riflettori spenti il ragazzo ha denunciato di essere stato rimosso dal suo incarico e, come si legge nel ricorso presentato in tribunale, “costretto a trascorrere la giornata lavorativa nella più completa inattività e con progressivo isolamento”, con i colleghi restii ad avvicinarsi per timore di ritorsioni della società anche nei loro confronti. Oggi abbiamo chiesto alla giunta Maroni spiegazioni su questa avvilente vicenda che fa perdere ancor di più la fiducia nelle istituzioni e nei suoi enti, ma abbiamo sbattuto su un muro di gomma. Abbiamo chiesto cosa intende fare Regione Lombardia in concreto per tutelare quei dipendenti che hanno assunto la posizione di whistleblower, esattamente come ha fatto Andrea, denunciando le irregolarità dall’interno e collaborando nella prevenzione dei fenomeni di corruzione e illegalità, ma Maroni ha preferito voltare lo sguardo dall’altra parte, e in un certo modo giustificare con la sua inerzia l’operato della sua partecipata. Ma noi non molliamo. Chiediamo a tutti i dipendenti delle partecipate, di fronte alle stesse situazioni, di prendere esempio da Andrea! Il MoVimento 5 Stelle sarà sempre al vostro fianco. La protezione e la valorizzazione di chi denuncia è uno dei nostri obiettivi più importanti. Per questo motivo continuiamo a sostenere la necessità di approvare in parlamento la proposta di legge del M5S a tutela del whistleblowing a prima firma Francesca Businarolo.”

Stefano Buffagni – Capogruppo del M5S Lombardia

 

Como. Paratie, una Salerno-Reggio Calabria in salsa comasca. Il sindaco faccia un passo indietro

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Il sindaco di Como, Mario Lucini (Pd), e il suo predecessore, Stefano Bruni (Fi), risultano indagati per presunte irregolarità negli appalti per la realizzazione delle paratie di protezione sul lungolago. Il M5S chiede al sindaco un passo indietro.

Per Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia: “Il PD dia per una volta il buon esempio e il sindaco faccia un passo indietro. Le paratie rappresentano un vergognoso spreco di soldi pubblici e un intollerabile esempio di superficialità nella progettazione e nella pianificazione. Sono una ferita aperta per la città, una vera e propria Salerno-Reggio Calabria in salsa comasca. Abbiamo buttato anni e soldi in un progetto inutile, i lavori non sono conclusi e il sindaco risulta indagato”.

Per Luca Ceruti, consigliere comunale del M5S Como: “Il sindaco si è preso sulle proprie spalle la responsabilità sul cantiere e da candidato aveva promesso che avrebbe risolto il problema delle paratie. Il progetto doveva essere cancellato a Como non serviva nessun muro. Questo sindaco evidentemente ha fallito, faccia un atto di responsabilità e si dimetta. Il nostro lago e la nostra città meritano di più”.

Per il carrozzone Explora, scelto il manager dei fallimenti. Meritocrazia dispersa, società da chiudere

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Ai vertici di Explora, la società a partecipazione pubblica che si è occupata di promuovere il turismo durante il semestre di Expo, è stato nominato, nel dicembre 2015, in qualità di direttore generale Giorgio Kindinis.

Per il M5S Lombardia il manager non offre sufficienti garanzie per poter proficuamente dirigere l’ente. Kindinis infatti risulta avere ricoperto il ruolo di amministratore delegato e/o Direttore generale e/o procuratore di diverse imprese operanti nel settore turistico che sono state dichiarate poi fallite e o che si trovano in procedure concorsuali e/o in stato di liquidazione.

L’attuale Direttore Generale di Explora Giorgio Kindinis compare tra i soci fondatori di hall41 (ex bradipo group srl) controllante di numerose società operanti nel settore del turismo tutte dichiarate fallite e o sottoposte a procedure concorsuali (a titolo esemplificativo e non esaustivo: Blal- Hapauvic srl- S9 srl, S9Hs srl- Bradipo travel designer spa – Bradibo srl- Ginnico celeste srl- Camelot srl- ). Anche la società da lui fondata e amministrata Travel Configurator srl e operante anch’essa nel settore del turismo è stata posta in liquidazione, mentre la Blal-Hapauvic srl dove oltre che proprietario è stato consigliere di amministrazione con deleghe è risultata fallita, così come fallita risulta essere anche la B Treviso srl, anch’essa operante nel settore del turismo e anch’essa di proprietà e amministrata dal Kindinis.

Sul caso il M5S Lombardia ha depositato un’interrogazione (in allegato) che chiede alla Giunta Regionale le ragioni e l’opportunità della nomina.

Stefano Buffagni e Dario Violi, consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle della Lombardia, dichiarano: “Explora va chiusa immediatamente è l’ennesimo carrozzone che oltre a non aver attratto turisti in Expo, ha lasciato un mare di debiti che la regione ha dovuto coprire con fondi pubblici. Non ci sono risorse e le poche che ci sono le buttiamo in enti che hanno ampiamente dato prova della loro inutilità.

Ma non basta, Maroni e i suoi hanno deciso di acquisire il 60 per cento dell’ente per renderlo un’agenzia turistica in-house del Pirellone e l’Assessore Parolini ne ha promesso un grande rilancio per fare del turismo lombardo un nuovo asset strategico con investimenti per 60 milioni di euro  (tra fondi regionali e europei) nei prossimi tre anni. Attrarre turisti in Lombardia evidentemente è determinante anche nell’ottica della crescita economica, ma davvero si pensa di poterlo fare con un carrozzone e con un manager che ha già fallito persino in società di sua proprietà?

La scelta di nominare un direttore generale con un curriculum che parla da solo non fa che confermare quello che ripetiamo da tempo: Explora è mantenuta in vita dalla politica solo per distribuire poltrone. Per noi la società va chiusa, ma con la scelta fatta temiamo l’obiettivo possa essere il crack gestionale o il fallimento! La meritocrazia e la competenza tanto auspicate dal M5S sono evidentemente disperse. La rimozione dal l’incarico ci sembra il minimo da fare immediatamente. Attendiamo spiegazioni chiare e esaurienti..”

#Datagate Lombardia Informatica: i nostri dati sono in pericolo


Lombardia Informatica
è una partecipata di Regione Lombardia che gestisce 190 milioni di fondi pubblici e che dovrebbe avere come mission quella di migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso l’utilizzo dell’Information & Communication Technology, e che per questo gestisce i dati personali di tutti i lombardi. Si presume che un’azienda preposta a un compito così delicato abbia un sistema di sicurezza adeguato, a prova di hacker. E invece, altro che hacker! Sono bastati imprenditori onesti capaci di usare il computer, capitati per delle operazioni di routine sul sito del sistema regionale lombardo, per scoprire quanto fosse semplice in poche mosse, conoscendo il codice fiscale, risalire a tutti i dati sensibili di ogni cittadino lombardo, compreso indirizzo e numero di telefono. E’ sconcertante. E se un pedofilo avesse cercato l’indirizzo di un ragazzino? Se uno stalker avesse cercato l’indirizzo della donna che perseguita? L’elenco delle possibilità potrebbe essere infinito. Ora esigiamo che venga fatta chiarezza. Di chi sono le responsabilità? Da quanto tempo la falla informatica è aperta nel sistema? Da quanto tempo le informazioni personali dei lombardi sono di “pubblico dominio”, alla mercé di chiunque? E non dimentichiamo che Lombardia Informatica gestisce anche i dati sanitari. In un sistema informatico così “fragile” quanto tempo impiegherebbe una multinazionale del farmaco, con i mezzi che ha disposizione, a entrare nel database e trafugare le informazioni sanitarie delle persone?
Questa vicenda ci dimostra ancora una volta come vengano mal gestite le nostre aziende partecipate che così diventano un danno per i cittadini più che una risorsa. E non è sempre necessario beccare il dirigente di turno con le mani nella marmellata, anzi con le mani nel portafoglio a fare spese pazze con i soldi dei lombardi, così com’era successo e come avevamo denunciato per Ferrovie Nord Milano Arca. Il danno è ancora più grave se la partecipata in questione investe tempo e risorse per fare progetti o esternalizzazioni utili forse solo a far girare il grano all’azienda amica di turno dimenticandosi di garantire la sicurezza dei cittadini, che tra l’atlro sono anche i primi azionisti dell’azienda. E’ da quando siamo entrati al Pirellone che denunciamo la zona grigia in cui opera Lombardia Informatica che, come scritto sul sito, “svolge un ruolo di ‘cerniera’ tra la domanda della Pubblica Amministrazione, l’offerta del mercato dell’ICT”.
Ora chiederemo immediatamente spiegazioni a Maroni e ai suoi assessori che ancora una volta hanno mostrato tutte le loro defaillance sul tema dei controlli delle partecipate a cui affidano milioni di soldi pubblici. E dopo l’ennesimo scandalo i cittadini inizieranno a chiedersi, giustamente, se Maroni e le persone che ha accanto siano in buona fede.
Il M5S ancora una volta si è dimostrato l’unico interlocutore dei cittadini onesti che vogliono segnalare e denunciare le storture della pubblica amministrazione, perché siamo gli unici in questo palazzo con le mani libere. La nostra porta è sempre aperta. Aiutateci a cambiare questo Paese, a portare legalità e trasparenza dentro le istituzioni!

Finlombarda, chiarire la nomina del nuovo direttore generale

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“Altichieri a Finlombarda è la scelta giusta per la Lombardia? Il suo recente passato lavorativo nel ruolo di Deputy Head of Finance della Banca Popolare di Vicenza non può passare inosservato alla luce degli incresciosi avvenimenti che stanno vedendo come protagonista la sua ex banca. Altichieri, per il ruolo che ricopriva, poteva non sapere quanto gli accadeva intorno tra maxi perdite, vendita di azioni sopravvalutate ai clienti, svalutazioni e perdite per oltre un miliardo di euro? Non vorremmo trovarci al termine delle indagini di Banca d’Italia a dover avere al vertice della finanziaria lombarda un manager coinvolto in uno scandalo bancario di grossa portata.” dichiara Stefano Buffagni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia, che ha depositato oggi un’interrogazione alla Giunta regionale sulla nomina del nuovo Direttore Generale di Finlombarda SpA Paolo Altichieri.

Avvallare questa nomina è molto rischioso. Prevenire è sempre meglio che curare e la regione deve tutelare Finlombarda e i lombardi sollevando Altichieri dall’incarico e provvedendo immediatamente a una nuova nomina. Possibile che Maroni non ha mai la “fortuna” di scegliere manager esterni a problematiche? Ci auguriamo il Dott. Altichieri non sia coinvolto in alcuno dei procedimenti in cui è e sarà coinvolta la Banca Popolare di Vicenza, ma al contempo pensiamo sia doveroso tutelare l’immagine della Lombardia”, conclude Buffagni.