Equitalia? Si condanni la violenza, ma….

E’ nata una polemica sterile e molto fumosa dalle dichiarazioni di Grillo in merito ad Equitalia.

Di certo non si può che non condannare il susseguirsi di atti di violenza nei confronti di Equitalia.  Gli atti di violenza son sempre da condannare, non è quella la strada da percorrere.

Al contempo però il “modus operandi” di Equitalia lascia davvero sbigottiti. Il fine di base di questa società di proprietà dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps è indubbiamente meritevole.  Ha lo scopo di “contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all’efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente”. In parole povere è il braccio operativo della riscossione del nostro Stato.

Il suo approccio “forte” risponde, al meno in teoria, alla necessità di “produrre un forte effetto di deterrenza all’evasione”.

 

Ma è questo il modo di operare corretto?  Equitalia arriva sui contribuenti, neppure fosse la Gestapo tedesca.

Per importi anche irrisori pignora beni e immobili. Per ogni giorno di ritardo o errato pagamento scattano sanzioni e more. Una sorta di terrorismo fiscale.  Tra gli imprenditori e nelle aziende vige il terrore dell’arrivo di qualche raccomandata di Equitalia.  Per debiti da 15.000 € vengono messi all’asta interi immobili.

Scambi di persona o notifiche mai spedite… Esistono situazioni limite come quelle raccontati dal sito Lettera 43; il caso della signora Maria Lidia Picchiri, titolare di un’azienda consorziata con l’Aci di Cagliari: da una busta Equitalia ha appreso che  per un debito di 5 centesimi del 2009 doveva pagare 62,03 euro, cioè il 1240% in più. Altro caso è la storia di Nunzio; autista da una vita, aveva accumulato multe per 4.500 euro: «Il mio titolare non si è curato di pagarle e l’importo dovuto a Equitalia è cresciuto fino a 19.500 euro. Ebbene, per questa cifra mi è stata portata via una casa da 300mila euro». Forse casi limite, ma emblematici.

D’accordo la guerra all’evasione fiscale, ma questa diventa polizia fiscale. Demonizzare l’evasione fiscale quale causa di tutti i mali sta creando questo genere di malumori. Non sono gli esattori, dipendenti di Equitalia, il “male”; in linea di principio i cittadini son favorevoli all’esistenza ed al funzionamento di Equitalia, ma al contempo forse è il caso di rivederne l’operatività.

Questo sopratutto in un ottica democratica. Perchè?

Equitalia è un emanazione statale,  richiede sanzioni e more quasi a livelli usurai per ritardi; ma lo Stato invece quando deve pagare come si comporta? E’ pazzesco vedere che il peggior pagatore a livello nazionale è il nostro Stato. Lo Stato paga perennemente in ritardo. Basterebbe che lo Stato iniziasse a pagare i propri debiti nei confronti delle aziende private per dare un minimo impulso alla nostra Economia. Altro che “manovre per la crescita”!

Come può il nostro Stato essere così iniquo? Quando si tratta di pagare bisogna aspettare anni, quando si tratta di incassare pretende sanzioni e interessi per ogni giorno di ritardo.

Questo non è lo stato che vogliamo!

Se si aggiunge a questo il fatto che la tecnica usata dal nostro sistema fiscale di esattoria è quella di sparare nel mucchio, il risultato non è confortante; si parte dal presupposto che tutti evadono e si fanno partire le famose “cartelle pazze”, ovvero cartelle esattoriali non fondate, che mettono il contribuente in condizione di dover fare salti mortali, passando da un ufficio pubblico ad un altro per farsi sgravare da richieste prive di fondamento. E’ sufficiente vedere che solo il 10,4% dell’accertato viene incassato; notevolmente inferiore rispetto al 94% degli Stati Uniti, al 91% della Gran Bretagna e all’87% della Francia.

Questo sistema disincentiva gli investimenti in Italia. Quale società straniera nel futuro avrà interessare ad investire in uno stato in cui vige una caccia all’evasore fiscale,  dove l’iniquità di trattamento tra stato e privati è così evidenziato, e dove la giustizia lavora ad una velocità da lumaca?

Stiamo ingolfando il nostro stato, rendendolo sempre più pieno di burocrazia! Non si può chiedere alle aziende di non licenziare il personale, di investire in Italia senza avere un complesso legislativo adeguato.

E in tutto ciò cosa fa’ la nostra classe politica? Si preoccupa delle cene di San Silvestro del Primo Ministro, quando fino al giorno prima nicchiava sui Bunga Bunga e accettava la storiella che la famosa “Ruby rubacuori” fosse la nipote di Mubarak.  Del resto lo hanno votato in parlamento… e come si usa dire… carta canta!

 

equitalia

La caccia alle streghe è davvero la priorità?

Il “giretto” fatto dalla Guardia di Finanza a Cortina il giorno di San Silvestro tiene banco su tutti i quotidiani.

Pare si tratti della caccia alle streghe.

L’evasione fiscale è certamente da combattere. Le indicazioni che provengono dai controlli della GdF a Cortina non suoneranno nuovi a nessuno, e le indagini dell”Agenzia delle Entrate faranno il loro corso nei tempi e nei modi debiti.

Non si pensi però che gli evasori esistano solo in Italia.  (http://disincantato.wordpress.com/2011/11/09/riflessioni-sulla-guerra-contro-i-mulini-a-vento-dellevasione-fiscale/)

Questa non è di certo una giustificazione, ma non son certo questa “caccia” sia la nostra priorità. Di tasse gli italiani ne pagano fin troppe per i servizi che hanno. Nel tempo è giusto e fondamentale lavorare affinché i singoli cittadini paghino le tasse dovute in base all’accertata capacità contributiva.

 

Da questa caccia serrata deriva però una riflessione.  E’ giusto soltanto demonizzare questi fantomatici ed ipotetici evasori? Perchè i giornali, che vengono mantenuti dai rimborsi pubblici, non iniziano a pubblicare articoli nei quali si parla del più grosso debitore italiano nei confronti delle nostre aziende… lo STATO???

Se lo Stato iniziasse a pagare nei tempi stabiliti dalla legge i propri fornitori si riuscirebbe a far ripartire l’economia almeno in parte. Per incassare pagamenti dallo Stato parecchie aziende si trovano ad aspettare anche più di un anno! Follia!

In compenso quando c’è da pagare le imposte lo Stato è velocissimo a incassare, e sopratutto diventa molto oneroso per il cittadino e le aziende sgarrare anche solo di un giorno. Lo Stato dovrebbe tutelare il cittadino, non fregarlo e spremerlo. Dove finiscono tutti i nostri soldi “pubblici”??? Dove finiscono le nostre tasse????

A sentire la Corte dei Conti (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/04/nord-litalia-corrotti-labitudine-alla-mazzetta-salire-spread/181606/) 60 MILIARDI ALL’ANNO si sprecano per via della corruzione!

 

Il problema è la gestione del nostro Stato e la nostra classe politica! E’ partendo da quella che si possono risollevare le cose! Alzare le tasse è il modo più veloce per far risultare maggiori incassi prospettici, ed al contempo è la strada più veloce da percorrere, la più facile! Ma dove ci porterà??? Ci saranno soldi da destinare alle ricoperture dei debiti statali, ma senza alcun intervento sugli sprechi e sullo sperpero di denaro pubblico a tutti i livelli!

Basta mettere le mani nelle nostre tasche. E’ il caso di tagliare costi e sprechi, e non di chiedere ancora denaro!

gdf

Riflessioni sulla guerra contro i mulini a vento dell’Evasione Fiscale

Sono anni che si sente parlare di lotta all’evasione fiscale.

Da quando ho acquisito il diritto di voto è il cavallo di battaglia di qualunque “cavaliere” politico italiano che si erge a salvatore della patria.
Si sente in televisione e si legge sui giornali che siamo lo stato con la più alta evasione fiscale e mi domando: Possibile che solo noi siamo tacciati di “rubare” allo stato? Possibile che solo noi cittadini italiani cerchiamo di pagare meno tasse possibili?
A veder la nazionalità dei soldi depositati nei paradisi fiscali, compresi quelli nella nostra vicina di casa Svizzera, pare non sia proprio così.
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I depositi bancari nei paradisi fiscali sono delle più vaste nazionalità, dall’Italia alla Cina, dagli Stati Uniti alla “santa ” Germania.
E’ evidente che anche “gli altri” non sono esenti da questo vizio. Il denaro genera la stessa avidità in ogni parte del mondo. Non c’è simbolo migliore per rappresentare il detto “tutto il mondo è paese”!
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E’ innegabile che probabilmente in Italia vi è una diffusione molto più generalizzata ed evidente di “evasione fiscale”.
Mi spiace però ricordarlo a tutti, ma nessuno è esente da questo. Ogni italiano ha nel suo armadio qualche scheletro su questo argomento. Certamente non si possono equiparare i reati; è evidente che un evasore totale di milioni di Euro non è paragonabile a chi non richiede la ricevuta al ristorante per avere lo sconto, ma non sentiamoci santi guardando la pagliuzza nell’occhio del nostro vicino.
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Detto ciò, siamo così certi che l’evasione fiscale sia il vero male di questo paese? Lo sentiamo ripetere ovunque, ma siamo così certi che sia la “peste” per l’Italia che vuole crescere?
Non è mia intenzione giustificare un sistema di continua evasione o elusione fiscale, ma credo che il continuo aumento delle “gabelle” crei notevoli problemi alle famiglie italiane. Pagare più tasse significa avere meno soldi da spendere; meno soldi da spendere significa meno consumi; meno consumi significa aziende con performance negative e di conseguenza meno gettito fiscale per lo stato.
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La situazione economica italiana, ma anche mondiale, gestita in questo modo rischia di generare recessione. Siamo un cane che si morde la cosa senza rendersene conto.
Ritengo che sicuramente la lotta all’evasione fiscale sia FONDAMENTALE per il nostro stato, ma non è con politiche terroristiche che si ottengono i risultati; anzi, queste strade rischiano di incentivare l’effetto contrario. Servirebbe un cambiamento sociale, che necessita di anni e di tempo. Ma come partire?
Il primo gradino da percorrere è quello di migliorare la gestione delle entrate fiscali e tagliare le spese superflue ed inutili. Ai cittadini vengono già chieste moltissime tasse e moltissimi sacrifici; ma tutto il denaro che viene generato come viene amministrato? I cittadini vedono il dilagare dello sperpero, della mala gestione e della supremazia dell’interesse privato a quello pubblico.
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Non è il caso forse di cambiare partendo da li? Un cittadino che vede i frutti dei suoi sacrifici, che li percepisce e che non vede i suoi soldi buttati, probabilmente sarà più incentivato a partecipare e contribuire alla vita pubblica.
Non è chiedendo sempre soldi che si risolvono i problemi. Bisogna partire dai tagli alle spese strutturali. Le cose potrebbero migliorare notevolmente, ma per favore, basta chiedere sacrifici a chi ne fà già molti!
Ma anche in questa manovra del governo peggiore che potessimo avere, nel momento peggiore della nostra Repubblica, si parte sempre dalle tasche dei cittadini e non dai tagli INTELLIGENTI alle spese.
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L’evasione fiscale è un male da combattere… ma il male più grande è la nostra CLASSE POLITICA!
mulino