Un milione di euro dal M5S alle imprese lombarde

È finalmente aperto il fondo del M5S per le PMI.
Il milione di euro che abbiamo restituito, derivante dal taglio dei nostri stipendi, come promesso in campagna elettorale, è ora concretamente a disposizione di professionisti, micro, piccole e medie imprese.
Il fondo sarà costituito dai nostri extrastipendi a cui si aggiungeranno 30 milioni nel bando regionale “Linea intraprendo”, la linea di finanziamento che supporterà le imprese sul nostro territorio oltre al fondo per il Microcredito M5S già attivo.

Si tratta di uno strumento molto vantaggioso erogato direttamente dalla finanziaria regionale Finlombarda Spa che:
bypassa il sistema bancario, evitando agli imprenditori di indebitarsi con le banche;
finanzia fino al 65% di ogni progetto presentato a TASSO ZERO per 7 anni, di cui il 10% a fondo perduto, fino ad un massimo di 65 mila euro.

I requisiti del bando prevedono che il finanziamento non possa essere erogato a imprese che operano nel settore delle lotterie, scommesse e case da gioco, come richiesto dal M5S durante i lavori della legge regionale sulla ludopatia.
Le richieste di partecipazione al bando potranno essere inoltrate dalle ore 12:00 del 15 settembre, fino a esaurimento fondi, sul portale regionale Siage, il servizio per presentare online le domande di contributo o di finanziamento per i bandi promossi da Regione Lombardia, dove sarà possibile scaricare il bando e informarsi su requisiti e modalità.

Vi invitiamo a partecipare: creiamo nuove PMI per sviluppare il nostro territorio.

Smantelliamo il “sistema Lega” che brucia i soldi dei cittadini

La Lombardia è una regione intrappolata nella ragnatela leghista, una fitta rete di contatti e uomini di fiducia agli ordini di Salvini e Maroni. Una sorta di cupola che ricorda quella del Pd romano che usa risorse pubbliche per finanziare il proprio sistema di potere. Ultimo caso in ordine di tempo scoperto dal M5S quello dell’Asst della Franciacorta (ex azienda ospedaliera di Chiari), che ha dato in affidamento diretto per 35 mila euro il lavoro di restyling del sito web dell’ospedale a Luca Morisi, lo spin doctor di Matteo Salvini. Ma non solo. La Direzione Generale ha deciso di assegnare alla società Se.Co.Ges. un appalto del valore di 71 mila 500 euro per la gestione del servizio di aggiornamento del manuale di gestione aziendale. Peccato che chi detiene il 68% della società sia l’ex sindaco leghista di Monte Isola Angelo Colosio, attualmente militante a Brescia, che secondo le intercettazioni telefoniche dell’inchiesta Smile sarebbe stato contattato per questioni di affari dall’ex presidente leghista della Commissione sanità al Pirellone Fabio Rizzi e dal suo stretto collaboratore Mario Longo, poi arrestati per tangenti nello “scandalo dentiere”. Il tutto con il benestare degli alti dirigenti dell’Asst: Mauro Borelli, direttore generale ed esponente di spicco della Lega Nord bresciana, famoso per inviare mail agli altri manager in quota Lega invitandoli a versare l’obolo nelle casse del Carroccio, Matteo Rinaldi, segretario della Lega Nord a Brescia, e Luigi Faccincani, militante leghista di Desenzano del Garda. Questo è il meccanismo di funzionamento del “sistema Lega” in Lombardia: piazzare “yes man” che possano, quando serve, aprire porte e stendere tappeti rossi. Iscritti al partito ma anche parenti e amici, basti pensare all’ex-compagna di Matteo Salvini che nel 2014 aveva ottenuto un posto all’assessorato al welfare della giunta regionale. Stessa impronta anche per le liste civiche collegate alla lega che di “civico” hanno evidentemente solo il nome. Daniela Maroni, consigliere regionale della lista civica Maroni Presidente, ha assunto a settembre 2013 nello staff della sua segreteria quella che sarebbe diventata la sua futura nuora, partendo da un contratto con categoria B1 da circa 22 mila euro lordi annui, passando per la successiva modifica in C4 nel 2015 da quasi 30 mila euro, per arrivare alla definitiva modifica in D6, un part time da oltre 30 mila euro annui. Un salto triplo di quasi 10 mila euro in due anni a fronte di una riduzione delle ore di lavoro. Inoltre nell’ultima commissione Attività Produttive è passato un provvedimento riguardante l’ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti che ha come relatrice proprio Daniela Maroni, gestore di una pompa di benzina ad Alzano Lombardo. Il M5S vuole smantellare questo sistema marcio che sta infettando le istituzioni in Lombardia e che brucia i soldi dei lombardi. Noi siamo gli occhi dei cittadini nelle istituzioni, perché ogni “favore” ad un amico è un opportunità in meno per un cittadino onesto. Da quando siamo stati eletti combattiamo per fermare il propagarsi della ragnatela leghista, e anche in questo caso presenteremo un’interrogazione che chiede di far luce sulle sconsiderate assegnazioni di appalti nell’ASST della Franciacorta. Il vento è cambiato. Prima facevano i comodi loro, ora c’è una forza politica che fa realmente opposizione ed è pronta a governare per tutelare solo gli interessi dei cittadini, premiando il merito e la competenza, non il colore della tessera di partito.

Stefano Buffagni – Portavoce Regionale del M5S Lombardia

Maroni, la benzina è finita

La benzina nel serbatoio elettorale di Maroni è finita. Maroni ha perso miseramente a Varese, ha fallito a Milano e non è nemmeno in grado di governare la sua lista civica Maroni Presidente, un comitato elettorale fantoccio che finge di essere vicino ai cittadini e alla società civile e che ieri si è spaccato in commissione attività produttive su un provvedimento riguardante l’ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti poiché come relatrice aveva consigliera del loro schieramento Daniela Maroni, gestore di una pompa di benzina ad Alzano Lombardo. Il M5S si è rifiutato di partecipare al voto, di fronte a un’assegnazione inopportuna che delinea ancor di più lo scollamento della Lega Nord dai territori e dalle vere esigenze della cittadinanza. La stessa Daniela Maroni pare aver imparato bene dai suoi mentori Maroni e Salvini in quanto ad “assunzioni preferenziali”, come dimostra l’incarico nello staff della sua segreteria affidato nel settembre 2013 a quella che sarebbe diventata la sua futura nuora. Partendo da un contratto con categoria B1 da circa 22 mila euro lordi annui, passando per la successiva modifica in C4 nel 2015 da quasi 30 mila euro, per arrivare alla definitiva modifica in D6, un part time da oltre 30 mila euro annui! Un salto triplo di quasi 10 mila euro in due anni, a fronte di una riduzione delle ore di lavoro. E’ evidente che i leghisiti, comodamente seduti sulle proprie poltrone, hanno completamente perso il senso della realtà. Se questi sono i rappresentanti del cambiamento stiamo freschi. Non è un caso che noi portavoce del M5S restituiamo la maggior parte dei nostri stipendi e possiamo esercitare solo due mandati: oltre ad aiutare le imprese rimaniamo vicini ai cittadini continuando a condividerne problematiche ed esigenze. Ne abbiamo abbastanza di specchietti per le allodole, come le scope di Maroni che sono sempre rimaste chiuse nello sgabuzzino del Pirellone a prendere polvere. I cittadini onesti che vogliono davvero mettersi in gioco sono i benvenuti nel Movimento 5 Stelle.

Stefano Buffagni e Dario Violi – Consiglieri del M5S Lombardia e membri della commissione Attività Produttive

No a cessione quote TRENORD a FS: mozione M5S. Il PD si astiene, Maroni tenta la censura.

Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato una mozione del M5S che chiedeva il mantenimento di quote FNM in TRENORD in capo alla holding di cui Regione è socio di maggioranza. Il M5S propone, al contrario, che FNM si consolidi acquisendo le quote di Trenord in capo a Trenitalia-Divisione Regionale.

Per Stefano Buffagni, consigliere regionale del M5S e primo firmatario della mozione: “Noi vogliamo tutelare gli interessi dei lombardi che pagano centinaia di milioni di euro per un servizio scandente. L’obbiettivo della mozione era difendere gli interessi dei pendolari lombardi. Per il PD e Maroni è più importante il volere di Renzi. Noi non molliamo, la nostra posizione è chiara, prima i pendolari che gli interessi di partito”.

Iolanda Nanni, consigliere regionale del M5S Lombardia, aggiunge: “E’ urgente dare un indirizzo politico chiaro a FNM: un’azionista come la regione, può e deve intervenire su quanto accade in una sua partecipata indiretta. Maroni ha provato a censurare la nostra mozione con una lettera al Consiglio regionale. E’ gravissimo: l’ipotesi di cessione di quote societarie finisca sulla stampa senza essere discussa in Consiglio Regionale. La cessione finirebbe per danneggiare i pendolari già tartassati dai disservizi e dai ritardi. Prova ne sia quanto accaduto sulla Milano Brescia: FS e Trenitalia non hanno nessun interesse nel finanziare il trasporto pubblico applicando una logica preferenziale per investimenti in alta velocità a discapito delle linee pendolari”

Lettera Maroni Trenord